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Curiosità

Cosa si mangia in Calabria nella festa dei morti: i dolci tipici

Quali sono i dolci tipici della tradizione calabrese per la festa dei morti? E soprattutto come e perché nasce questa tradizione diffusissima?

I dolci tipici della Calabria per i morti (Polistenanews.it)

 

Giorno di Festa come in altre tradizioni culturali italiane ed internazionali, la ricorrenza dei Morti in Calabria si celebra anche attraverso i tradizionali culinarie calabresi che si ritrovano in tutte le case in queste giornate.

In particolare si preparano diverse tipologie di dolci, il cui costume risale a secoli fa quando, soprattutto nell’entroterra, la sera dei morti ci si incamminava in lunghe fiaccolate dal centro del paese fino al cimitero per sostare dinanzi alla tomba dei propri cari e pregare, chiedendo benedizioni e congiunzione con l’anima scomparsa. Oltre a questo però, si allestiva anche una tavola di leccornie proprio sulla tomba del defunto e si invitavano i passanti ad unirsi. Sebbene questa ultima tradizione sia ormai via via andata perduta, è rimasta comunque l’idea di riaccogliere le anime dei defunti, che secondo tra la tradizione cristiana le anime vengono a chiedere preghiere per la loro liberazione dal Purgatorio, con tavole imbandite di dolci.

I dolci calabresi della Festa dei Morti

Ossa di morti- dita degli apostoli e grano dei morti- i dolci calabresi della Festa (Polistenanews.it)

 

I dolci di questa ricorrenza, che in realtà sono presenti in diverse tradizioni culturali mondiali, hanno una duplice valenza. Da una parte sono un dono ai defunti per le fatiche del viaggio di ritorno, ma sono anche un modo per esorcizzare la morte e renderla in un qualche modo più piacevole.

In particolare i dolci calabresi che si preparano in questo periodo dell’anno sono quattro e la tradizione vuole ancora che siano preparati la sera prima del 2 Novembre e lasciati sulla tavola principale della casa, di modo che le anime di passaggio possano beneficiarne.

Si tratta nello specifico delle fave dei morti, utilizzate perché in passato si pensava che le fave contenessero le anime dei defunti e infatti venivano servite alle celebrazioni mortuarie e ancora oggi nelle zone più rurali si usa mangiare le fave dinanzi alle tombe; le ossa dei morti biscotti tipici di Vibo Valentia al gusto di cannella e chiodi di garofano; ci sono poi le dita degli Apostoli tipici di Reggio Calabria, sono preparati con l’impasto delle crepes e arricchiti di crema alla ricotta o cioccolato; infine, abbiamo il grano dei morti. Si tratta di una sorta di zuppa dolce preparata con i chicchi di grano conditi con il mosto cotto, acini di melagrana, cioccolato e noci. Mangiare il grano di questa giornata è segno di buon auspicio per assicurarsi una vita lunga. C’è poi la metafora del grano che mette in relazione vita e morte.

Anna Peluso

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