Caso Claps: dopo la riapertura della chiesa dove è avvenuto l’omicidio e la messa in onda della serie dedicata a lei, si torna a parlare di Elisa, ma che fine ha fatto Restivo e dove sconta la pena?
Era il Settembre del 1993 e da allora il nome di Elisa Claps avrebbe perseguitato un’intera collettività; quella italiana che per 17 anni si è chiesta che fine avesse fatto la giovane sedicenne scomparsa nel nulla, ma soprattutto quella di Potenza, di chi sapeva ed è rimasto in silenzio. Una storia lunga 20 anni, uno dei casi di cronaca più efferati, che si è concluso il 23 Ottobre del 2014, con la condanna a 30 anni di Danilo Restivo, l’uomo colpevole di averla uccisa con 13 colpi e averne poi nascosto il corpo nel sottotetto della Chiesa della Trinità della città lucana.
Una condanna che ha risposto a molte domande, ma non a chi ha aiutato Restivo a nascondere il cadavere della ragazza, ma anche una condanna che l’assassino non sta scontando qui in Italia (per ora).
Di Elisa Claps si è tornati a parlare dopo tanto tempo a fine Agosto 2023, quando uscì la notizia, poi confermata dalla Curia, che sarebbe stata riaperta al culto la chiesa in cui è avvenuto l’omicidio della giovane e dove per 17 anni è stato nascosto il suo corpo. Ora le vicende e il lungo percorso intrapreso dalla famiglia per arrivare alla verità è raccontato nella serie “Per Elisa- il Caso Claps” in onda dal 24 Ottobre su Rai 1.
Si ripercorreranno così tutte le vicende, i silenzi – in particolare quello di Don Mimì che fino alla sua morte ha impedito l’accesso al sottotetto- e il ritrovamento avvenuto per caso durante dei lavori di restauro della chiesa. E fin dal primo momento di parla di Danilo Restivo. Impossibile del resto non farlo, perché da subito i sospetti ricadono su di lui, il ragazzo che Elisa avrebbe dovuto incontrare il pomeriggio in cui è sparita.
Dal ritrovamento di Elisa nel 2010 alla condanna definitiva in Cassazione passano 4 anni, con il processo in primo grado che dura appena 3 giorni. Ad ogni ricorso però, la condanna è sempre la stessa: 30 anni di reclusione. In questi quattro anni, Restivo partecipa in presenza solo al processo di secondo grado, grazie ad un temporaneo espatrio ottenuto dall’Inghilterra dove Danilo Restivo era recluso per l’omicidio di Heather Barnett.
Con il ritrovamento del corpo di Elisa, si capirà che quello di Restivo era un vero e proprio modus operandi da serial killer, con vittime tormentate da telefonate anonime e tagli alle ciocche dei capelli dopo le aggressioni. Ora è ancora nel Regno Unito dove finirà di scontare la pena di 40 anni relativa all’omicidio di Barnett a cui seguiranno i 30 anni per l’omicidio di Elisa; Danilo Restivo non uscirà di prigione prima del 2050.
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