Gli stipendi medi in Italia sono una tragedia, fermi da oltre 30 anni, non in linea con il costo della vita di oggi e con un divario enorme tra nord e sud.
Il problema degli stipendi, in Italia, non è certo una novità. L’Italia è l’unico paese dell’Europa a non aver avuto incrementi sui salari, paralizzati al 1991. Tutti i paesi hanno subito incrementi, tutti, tranne l’Italia, a testimonianza della disastrosa politica degli ultimi tre decenni, una politica becera che ha condannato intere generazioni, diminuendo progressivamente il potere di acquisto delle famiglie.
Nel corso degli anni, gli stipendi medi italiani non si sono mai allineati con il costo della vita, facendo aumentare le famiglie povere e riducendo drasticamente la qualità di vita del ceto medio. Eppure, se si confrontano le tabelle sugli stipendi medi in Europa, l’Italia apparentemente non va malissimo. Come mai? Grazie agli stipendi delle vecchie generazioni, che tengono in piedi l’intero Paese.
Quali sono gli stipendi medi in Italia: il divario tra nord e sud aumenta sempre di più
Se le vecchie generazioni, quelle degli over 50, hanno stipendi che possono essere inseriti nella media europea, tanto da concorrere con gli altri paesi avanzanti, dai report più recenti sull’economia italiana, a emergere è il massacro dei ceti medi più giovani. Intere generazioni di 30enni e di 40enni che vivono con stipendi miseri, e che in futuro costituiranno un problema gravissimo per la tenuta del Paese.
Nel prossimo futuro, quando non ci saranno più le vecchie generazioni, l’Italia, salvo imprevisti positivi e nuove manovre, diventerà sempre più povera, con un potere di acquisto limitato. Il ceto medio sarà sempre minore, e aumenteranno i poveri. In tale disastroso quadro economico del nostro territorio, emerge anche il divario sempre più esteso tra gli stipendi del sud e quelli del nord.
Il divario tra gli stipendi del nord e del sud
Questa frattura pesa abbondantemente sulla nostra economia. Certo, in ogni paese del mondo esistono divari tra aree geografiche e tra zone urbane e zone rurali. Non è una sorpresa che nelle città si guadagni di più rispetto alle zone di campagna o di montagna. Tuttavia, il divario, in Italia, è folle. Nella Città Metropolitana di Milano, lo scorso anno lo stipendio medio annuo era di 31.202 euro.
A Palermo, invece, nel 2022 lo stipendio medio annuo era di soli 16.349 euro. In pratica, la metà. Come rivela l’ufficio CGIA, la città italiana in cui si percepisce lo stipendio medio minore è Vibo Valentia, con una media di 11.823 euro l’anno. Milano è dove si guadagna di più, seguita da Bolzano, Bologna, Roma, Parma, Firenze, Modena, Vicenza, Genova.
Rispetto ai lavoratori esteri, gli italiani guadagnano circa 3.700 euro in meno all’anno, ossia il 12% in meno rispetto alla media europea. Come accennato, lo stipendio medio in Italia è di 2.100 euro, ciò ci mantiene a metà classifica di tutta l’Europa. Tuttavia, se si guardano gli stipendi in base alle fasce di età, si può notare che gli under 50 italiani sono pagati molto meno rispetto ai coetanei stranieri.
Senza contare il disastro creato tra università e scivoli per trovare lavoro, con lauree sottopagate e facoltà quasi scansate dal mondo del lavoro. A proposito, sapete quali sono le facoltà che permettono di guadagnare di più?