La celebrazione d’ognissanti nei dolci tipici della Calabria, ecco alcune storie e tradizioni raccontare e vissute nei territori della regione.
Parliamo d’ognissanti, la festa di tutti i santi nei quali vengono celebrati tutti i santi, anche quelli non canonizzati. La celebrazione religiosa sembra risale già dal IV secolo, e viene celebrata nella chiesa cattolica ed ortodossa, denominata proprio “Ognissanti“. Una celebrazione che arriva nel nostro calendario subito prima della celebrazione dei morti. Antiche tradizioni che arrivano direttamente nel nostro quotidiano e vengono caratterizzate da festeggiamenti religiosi e familiari. Una cultura molto antica, che cavalca molte culture e religioni in forme diverse e arriva a noi oggi in questa forma. Ma come viene festeggiato a tavola?
Festa significa anche cibo. Sembra un collegamento che da poco valore alla festa in sé, ma in realtà l’atto della convivialità dato proprio dal consumo di cibo e bevande, è il collante culturale della nostra penisola. Cucinare per qualcuno, permettere che mangi e che quindi stia in forze è un gesto di grande amore che, spesso, noi sostituiamo con una giudicante rabbia verso “l’abbuffata“, ma non è così. Qualunque festività si porta dietro delle tradizioni che sono una parte integrante della creazione culturale di quelle feste, anche se hanno radici più religiose.
Questo non le vuole sminuire, ma regala una visione molto territoriale e sociale del territorio e della cultura che festeggia. Per ogni luogo esisterà, quindi, un tipo di cucina e di abitudini che saranno uniche e specifiche per quelle terre. Se parliamo di dolci e della regione Calabria, cosa possiamo trovare. Tante le tradizioni e tante le pietanze che il pasticcere Angelo Musolino ci racconta per celebrare le ricorrenze.
I prodotti convenzionali più diffusi per celebrare la ricorrenza d’Ognissanti sono due, le ossa di morto e la frutta martorana. Due dolci tipici che sono quelli indicati per celebrare la festività. “Le prime (ossa di morto) sono composte da farina zucchero e dall’aroma di garofano” ci racconta il pasticcere e presidente di Conpait (Confederazione pasticceri italiani) Angelo Musolino “il loro nome deriva proprio dal fatto, terminate, assumono le sembianze di vere ossa“. Per questo, infatti, chiamate, a Reggio ossa i mortu.
Per la frutta martorana, abbiamo una tradizione meno territoriale, almeno nelle origini. SI parla di una pietanza di origine siciliana “in realtà la provenienza non è riconducibile alla sola tradizione palermitana, perché il pasto possiede anche origine arabe. In passato, infatti, la creazione era associata alla realizzazione di stampi fruttini“. Così termina Angelo Musolino, permettendoci di avere uno spaccato unico di una regione magnifica, siete pronti a provare le due pietanze?
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