Di suggerimenti su come comportarsi ai colloqui di lavoro se ne trovano a migliaia ma gestire il test del caffè sarebbe impossibile per tutti.
L’ingresso nel mondo del lavoro non è di certo facile e non lo è neanche la permanenza al suo interno. Le sfide quotidiane da affrontare sono numerose e spesso un ambiente di lavoro non conciliante può provocare l’insorgere di stati d’ansia nei lavoratori. Inoltre, se i superiori amano fare “giochi mentali” con i dipendenti la situazione diventa ancora più difficile. Ed è proprio questa l’accusa che è stata mossa a Trent Innes, chief growth officer dell’azienda australiana SiteMinder. In particolare gli utenti di Reddit e TikTok si sono scatenati contro l’uomo dopo essere venuti a conoscenza di una strana strategia di assunzione che Innes metteva in atto quando era ancora amministratore delegato di Xero Australia.
Il test del caffè è manipolatorio: gli utenti dei social si scagliano contro il CEO
All’epoca, infatti, l’uomo era solito offrire tè, acqua, caffè o bibite durante i colloqui, che avvenivano in maniera apparentemente informale, magari durante una passeggiata in azienda. A colloquio finito, però, Innes decideva di assumere solo le persone che si erano offerte di riportare in cucina le stoviglie utilizzate, dichiarando che una tale attitudine si sarebbe rivelata molto utile per l’azienda. “Puoi sviluppare abilità, acquisire conoscenze e acquisire esperienza, ma tutto dipende dall’atteggiamento“, aveva dichiarato a Lambros Photios durante il podcast.
Eppure questa tattica di “manipolazione” degli eventi poco limpida non è piaciuta agli utenti dei social network, che sono venuti a sapere del test del caffè tramite un podcast intitolato The Venture Podcast, cui Trent Innes aveva partecipato nel 2019. Dai commenti dei cosmonauti si denota infatti indignazione, dovuta soprattutto al fatto che le intenzioni del CEO non fossero esplicitate, salvo poi eliminare dei candidati solo perché non avevano riportato la propria tazza in cucina.
Scarsa tutela verso i lavoratori
Secondo molti l’atteggiamento di Innes delineava già a monte la possibilità di ritrovarsi invischiati in un ambiente di lavoro tossico, ove il candidato veniva punito per un errore che non sapeva nemmeno di aver commesso. In un periodo storico in cui la tutela nei confronti dei lavoratori è ai minimi storici, i commenti nei confronti di Innes non fanno che confermare un malcontento diffuso, spesso dovuto alla mancanza di limpidità che può venire a trovarsi in alcuni ambienti professionali.
Firmato: Martina Di Paolantonio