I Bronzi di Riace continuano a emozionare e a far discutere gli archeologi: la nuova scoperta aggiunge un tassello?
La sensazionale scoperta risale all’estate scorsa, precisamente ad agosto, ma solo il 21 ottobre è stata resa nota da parte dello studioso Giuseppe Braghò. Nella acque calabresi cinquant’anni riemersero i famosi Bronzi di Riace, due statue greche uniche nella loro bellezza. Ciò che di recente ha trovato Braghò potrebbe essere collegato alle due note statue: un manufatto bronzeo dalla forma di occhio con iride e pupilla con tanto di alette di fissaggio. La competente Soprintendenza sta lavorando per analizzare il reperto.
Con Antonio Trifoli, sindaco di Riace, c’è stata una conferenza stampa per annunciare a tutti quella che potrebbe essere una magnifica scoperta ma al momento si tratta solo di un’ipotesi. “Sono assolutamente fiducioso nelle indagini delle istituzioni competenti – ha detto Braghò – ma dopo quasi tre mesi mi sono deciso a parlare perché credo che una notizia così non possa più aspettare”. Alla conferenza presso l’hotel Federica presenti anche gli archeologi Antonio Arcudi e Francesco Laratta.
Il ritrovamento è avvenuto sulla riva a circa 60 metri dal punto esatto in cui 50 anni dopo secoli di fondali rividero la luce le statue di bronzo dei due guerrieri. Braghò ha raccontato di aver rispettato la legge seguendo tutte le procedure, allertando le autorità.
Dopo 24 ore l’occhio era stato consegnato ai carabinieri del nucleo speciale beni archeologici. Ma quello non è l’unico pezzo ritrovato poiché ci sono anche altri reperti, anche essi ora custoditi dall’Arma: si tratta di alcuni chiodi da costruzione e un rivetto, forse di un nave.
Braghò ha raccontato dell’immersione in quel mare che definisce la sua vera patria perché “c’è sempre qualcosa che mi trascina. Sono andato a rivedere gli scogli del rinvenimento dei Bronzi e poi, come di solito faccio dopo ogni immersione, mentre rientravo a riva ho cercato qualcosa da portare a casa dal fondale, con mia moglie conserviamo questi piccoli ricordi in un vaso di vetro”, riporta Reggiotoday.it.
Così ha notato un sassolino: “Era una pupilla in bronzo, completa di iride e alette di fissaggio e questo mi ha fatto comprendere l’entità della scoperta”. L’occhio dunque potrebbe appartenere a uno dei due Bronzi, distinti in A e B, o al “terzo Bronzo“, si cui si è sempre parlato ma è avvolto nel mito della sua esistenza, come l’epoca in cui i Bronzi sono state realizzati.
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