Gli attacchi di ansia improvvisi possono essere disabilitanti perché ci fanno distaccare dalla realtà, con questo esercizio somatico possiamo tornare presenti a noi stessi.
I disturbi d’ansia sono considerati la patologia psichiatrica più diffusa nel nostro Paese: ci basti pensare che stando ai dati raccolti da Humanitas, nel 2021 ben 8,5 milioni di persone hanno dichiarato di aver sofferto almeno una volta di attacchi di panico o disturbi comunemente associati allo stato d’ansia. Per non parlare del resto del mondo! Nella maggior parte dei casi gli individui provano a gestire l’angoscia come possono e solo in quelli più estremi si decide di fare ricorso all’aiuto di professionisti. Tra le tante soluzioni contro l’ansia se ne annoverano di più e meno invasive: dai medicinalipsicoattivi si passa a esercizi di meditazione, tisane rilassanti o tecniche di respirazione.
Inoltre i consigli degli esperti condivisi sul web possono tornare utili a molti. Stando al dottor Antonio Antefermo, ad esempio, psicologo fondatore del profilo Instagram Lopsicologozen, alcuni esercizi somatici sono un’ottima soluzione per riconnettersi con se stessi e col mondo che ci circonda, superando gli attacchi di ansia. Antefermo, autore del libro di autoaiuto “Lo zen per samurai metropolitani“, condivide numerosi suggerimenti su come gestire l’ansia, in particolare esercizi somatici e di respirazione.
L’idea è quella di riuscire a radicarsi nel presente, attraverso il ricorso a 5 suggerimenti semplici da seguire. Il primo step è percepire il contatto dei piedi con il pavimento, concentrandosi sulla nostra fisicità, sulla nostra presenza nello spazio. Poi si passa alla respirazione: mentre facciamo respiri profondi dobbiamo concentrarci sui micro e macro movimenti del nostro corpo, e dunque percepire l’aria che entra ed esce dalle nostre narici.
Una volta trovato il giusto ritmo respiratorio il nostro battito cardiaco si calma e con esso anche il nostro stato d’ansia. Passiamo poi a concentrarci sulle sensazioni tattili del corpo: facciamo dunque scorrere le mani sulla pelle, rendendoci conto della nostra presenza attiva e corporea nello spazio. E infine concludiamo come abbiamo iniziato: premiamo i piedi saldamente a terra e diciamoci “io sono qui”.
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