La vendita di una casa frutto di un’eredità non è semplice come si può credere all’inizio. Dipende dalle condizioni e dalle disposizioni di legge.
Il momento dell’eredità è sempre l’apertura di un periodo davvero stressante per le famiglie. Innanzitutto perché si deve metabolizzare il lutto della perdita, e poi perché nella maggior parte dei casi in cui l’eredità vada in successione non c’è accordo pieno tra le parti. In presenza di testamento olografo valido e non impugnabile, la questione della separazione dei beni mobili ed immobili è piuttosto semplice. Basta seguire le ultime volontà del de cuius.
Mentre invece, in assenza di testamento si apre il procedimento di successione, che può durare anche anni. I chiamati all’eredità devono decidere innanzitutto se accettarla o meno. I beni saranno così suddivisi per i vari eredi nella quota prevista dalla legge. Ad esempio, in assenza di figli, al coniuge spettano i due terzi dei beni, ed ai fratelli o genitori il terzo rimanente, suddiviso in parti uguali. E questo anche per quanto riguarda le proprietà immobiliari.
Eredità ed immobili, come si suddividono
La divisione delle quote è stabilita per legge in base al grado di parentela. Il problema si pone quando in assenza di testamento le proprietà immobiliari o gli esercizi commerciali siano più di uno. In questo caso ogni erede possiede una quota di tutti gli immobili o attività. La cosa più saggia sarebbe suddividere i beni in modo tale che ognuno possegga il 100% di un immobile o attività. Solo che non sempre è così semplice. Si potrebbero opporre gli eredi a cui è destinato il bene di minor valore.
Ed allora l’altra soluzione è la vendita. Anche in questo caso non è così semplice. La vendita di un bene acquisito in eredità richiede l’unanimità del consenso, non la maggioranza. Dunque se un erede decise di non vendere, gli altri rimangono bloccati. Gli eredi possono però vendere la propria quota.
Vendere la propria quota con la comunione ereditaria
Ciò significa che hanno il diritto di vendita sulla parte di bene che è in loro possesso. Gli altri eredi hanno il diritto di prelazione sull’acquisto a parità di condizioni. Nel caso in cui rifiutino il soggetto può mettere in vendita la propria quota a degli esterni. Solo che non è affatto semplice vendere una sola quota. Ed allora la situazione potrebbe rimanere paludata.
In questo caso l’erede che vuole vendere può ricorrere alla divisione della comunione ereditaria. Ciò significa recarsi davanti al giudice, il quale per prima cosa appura se è possibile suddividere fisicamente il bene, cosa che non è semplice per un immobile. E poi verificare se qualche altro erede sia interessato a comprare l’intero bene. Se anche questa opzione riceve un buco nell’acqua può intimare la vendita all’asta giudiziaria per poi suddividere il ricavato tra i vari eredi in base alla percentuale delle loro quote.