La Gioconda è uno dei quadri più conosciuti al mondo, carico di fascino e storia: di recente è emersa una nuova scoperta incredibile sull’opera senza tempo. Scopriamo di cosa si tratta.
Da sempre la Gioconda tiene il mondo intero con il fiato sospeso. L’intramontabile opera di Leonardo da Vinci, infatti, è di una bellezza incredibile, oltre che ricca di misteri. Di recente è spuntato un nuovo retroscena inedito sul quadro, catalizzando l’attenzione di tutti. D’altronde non c’è da stupirsi visto che questo dipinto a olio su tavola, di dimensione 77cmx53, è uno dei più famosi della storia. Realizzato nel 1503 da Leonardo da Vinci, questa pietra miliare dell’arte oggi è custodita presso il Museo del Louvre di Parigi (qui trovi un importante aggiornamento sulla capitale francese).
Leonardo realizza il quadro su commissione del mercante fiorentino Francesco del Giocondo, desideroso di veder ritratta la moglie Lisa Gherardini, all’epoca 24enne. Dopo un po’ di tempo, l’artista decide di non consegnare l’opera, ma di trasformarla in un qualcosa di differente: la Gioconda, chiamata anche Monna Lisa, rappresenta per Leonardo il suo prototipo di bellezza femminile. Da Vinci lavora per 10 anni al dipinto, sperimentando la tecnica della prospettiva aerea.
Tra le opere più studiate, di recente è emersa una rivelazione inedita su questo capolavoro immenso (qui ti abbiamo parlato di un’altra scoperta pazzesca).
Dai misteri alle curiosità, nei secoli la Gioconda è stata spesso al centro dell’attenzione. Tra i retroscena sul famoso quadro c’è per esempio il fatto che se guardi Monna Lisa a destra vedi una donna più giovane e sorridente, mentre se la osservi nella sua parte sinistra sembra molto più anziana e austera. Inoltre grazie alla maestria di Leonardo, impegnatosi moltissimo sul passaggio tonale della figura, sembra che lo sguardo della Giocanda ci guardi quando ci spostiamo.
Da analisi recenti, è emerso un qualcosa di inedito sul quadro. Sono state scoperte delle tracce di plumbonacrite, un composto minerale che racchiude idrogeno, piombo, ossigeno e carbonio, usato dal maestro rinascimentale per dare brillantezza alla figura femminile. Il materiale in questione è stato scoperto sul fondo del dipinto grazie alle analisi del Centro nazionale delle ricerche scientifiche francese.
Il raro composto di plumbonacrite trovato sul quadro ha confermato una teoria di alcuni storici dell’arte, secondo la quale da Vinci per realizzare la Gioconda avrebbe usato della polvere di ossido di piombo, allo scopo di far asciugare gli strati della pittura.
Ancora una volta Leonardo ha anticipato i tempi, visto che questo materiale minerale è stato usato dagli artisti a partire dall’Ottocento. Altra opera del grande pittore rinascimentale in cui è stato ritrovato lo stesso composto è “L’Ultima cena”, incastonata oggi nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano.
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