Secondo un recente studio vivere in affitto piuttosto che in un’abitazione di proprietà potrebbe farci invecchiare precocemente: perché?
Sono numerosi gli studi che quotidianamente si concentrano sull’analisi della salute pubblica e individuale, intesa sia da un punto di vista fisiologico che psicologico. In questo senso, infatti, esistono gruppi di ricerca che si dedicano all’analisi delle tendenze e dei movimenti sociali, al fine di spiegare alcuni fenomeni che si verificano comunemente.
Alcuni esempi possono essere l’aumento di stress, l’aumento di malattie, femminicidi e omicidi, suicidi e via dicendo. In altre parole gli esperti tendono a concentrarsi su ciò che potrebbe provocare le numerose problematiche che affrontiamo nella vita quotidiana al fine, magari, di trovare soluzioni.
Un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Epidemiology & Community Health, ad esempio, si parla di come un contratto di affitto possa esporre a invecchiamento precoce fisico e mentale, a differenza di chi invece abita in case di proprietà, esposto a condizioni che rendono più lento l’invecchiamento. Ma che tipo di correlazione può esserci tra questi elementi? I ricercatori hanno approcciato la questione da più punti di vista.
Da una parte hanno dunque valutato le possibili condizioni economiche degli individui ed elementi quali “il freddo, la muffa, l’affollamento, i rischi di lesioni, lo stress e lo stigma“, che possono provocare un invecchiamento biologico più rapido. Dall’altra hanno valutato la questione da un punto di vista epigenetico. L’epigenetica, infatti, prende in considerazione i mutamenti dovuti non a vere e proprie modificazioni del DNA, ma quelli dovuti a fattori quali età, agenti fisici e chimici, dieta o attività fisica, che possono cambiare l’espressione dei geni.
La buona notizia è che al mutare degli stimoli ambientali può mutare anche la risposta dei geni. In altre parole stare in affitto potrebbe farci stressare così tanto da invecchiare precocemente, ma se le condizioni di affitto migliorassero allora anche la nostra risposta fisiologica ne risentirebbe positivamente. Come?
Con “la fine degli sfratti senza giusta causa o la limitazione degli aumenti degli affitti“, hanno affermato i ricercatori, condizioni verificatesi ad esempio nel Regno Unito da quando i ricercatori hanno intrapreso questo studio e che hanno comportato un’inversione del trend di invecchiamento precoce.
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