Per burnout si intende una condizione di esaurimento psico-fisico spesso dovuto al lavoro: come capire se stiamo per finirne vittime?
La sindrome del burnout affligge ormai sempre più persone, si tratta infatti di una condizione di esaurimento sia fisico che mentale dovuto nella maggior parte dei casi allo stress lavorativo. Chi finisce vittima del burnout spesso manifesta sintomi di diversa tipologia, a volte anche opposti tra loro. Alcuni esempi possono essere apatia o nervosismo, demoralizzazione e irrequietezza.
Tali condizioni, nella maggior parte dei casi, si accompagnano anche a sintomi fisici o psicosomatici quali mal di testa, disturbi gastrointestinali o disturbi del sonno. I sintomi fisici, inoltre, non fanno che peggiorare quelli psicologici, inserendoci spesso in un circolo vizioso da cui è difficile uscire.
Sindrome del burnout: riconoscila prima che sia troppo tardi
Per queste ragioni la cosa migliore è evitare di arrivare al punto di burnout e per farlo dobbiamo imparare a riconoscere sintomi e avvisaglie. Proviamo dunque a seguire qualche suggerimento pratico: per prima cosa dobbiamo imparare e dire di no e non arrivare al punto in cui tutte le nostre energie sono esaurite. Impariamo anche ad ascoltare i segnali che il nostro corpo e la nostra mente ci mandano, poiché ignorarli potrebbe essere dannoso.
Riprendersi da episodi di esaurimento vero e proprio, infatti, è particolarmente difficile e inoltre non è bene ritrovarsi nella condizione di non avere la forza neanche di fare una passeggiata. Non possiamo essere produttivi sempre e comunque: a volte è necessario “staccare”. L’attività fisica, in questo senso, può essere sicuramente d’aiuto: muovere il corpo è infatti utile a ridurre lo stress, l’ansia e a migliorare l’umore.
Basta lamentarsi e basta stare da soli: la compagnia è fondamentale
Siamo animali sociali e per questo la compagnia è di fondamentale importanza: invece di chiuderci in noi stessi, dunque, creiamoci una rete sociale su cui fare affidamento e con cui trascorrere il tempo libero e senza pensieri. Nel caso ci serva aiuto, inoltre, non facciamoci problemi a chiederlo: non dobbiamo essere sempre perfetti, tuttologi e autosufficienti, la collaborazione serve a tutti e spesso porta a risultati migliori.
Infine attenzione a come e quanto ci lamentiamo: piangersi addosso non è risolutivo e anzi comporta un ulteriore abbattimento dell’umore. Non solo, secondo alcuni studi condotti alla Stanford University, “lagnarsi” continuamente spegne il cervello, poiché incide negativamente sui neuroni dell’ippocampo, solitamente adibiti alla risoluzione dei problemi.