La ristorazione italiana è uno dei settori più floridi dal punto di vista economico, eppure ci sono delle proteste da parte degli Italiani stessi.
Dopo il periodo di pandemia, che ha messo in ginocchio l’economia, alcuni settori hanno avuto la fortuna di riprendersi a gonfie vele. La ristorazione italiana, ad esempio, negli ultimi anni ha registrato crescite ragguardevoli, tanto che i consumi al ristorante nel mese di giugno 2023 hanno subito una crescita del 14% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, raggiungendo la soglia dei 66 miliardi di euro. A fornire questi dati ci ha pensato Circana (azienda nata dalla fusione di Information Resources, Inc e del gruppo Npd).
Ristorazione italiana: quali sono i punti problematici?
E in effetti locali e ristoranti registrano spesso il pienone e prenotare un posto a tavola richiede largo anticipo in molti casi. Eppure Circana ha messo in evidenza anche alcuni punti problematici, che verranno presentati e discussi in occasione di Host, il Salone della ristorazione e dell’ospitalità professionale previsto dal 13 al 17 ottobre a Milano.
Uno tra tutti il caro-prezzi: è indubbio infatti che l’aumento dei costi di gestione, il caro-bollette e l’inflazione abbiano fatto lievitare i prezzi sulla carta (ad esempio quello dei vini nei menù). Ciò che stupisce di più è che solo 1 consumatore su 10 ha affermato di avere difficoltà ad andare al ristorante, mentre per gli altri si tratta di un’attività a cui non si può rinunciare a prescindere dalla contingenze economiche.
Innovazione e sperimentazione: gli Italiani sono disposti a provare nuove cose
Oltre a questo bisogna considerare anche un fattore più propriamente culturale: gli Italiani a cui è stato chiesto di esprimersi sull’innovazione in cucina hanno espresso alcune perplessità. Secondo il 35% di questi la nostra cucina nei ristoranti è troppo tradizionale e manca di innovazione, a differenza di quanto avviene invece all’estero. Le proposte dei ristoranti dovrebbero infatti includere più tipi di diete ed esigenze alimentari stando al 72% degli intervistati, mentre per il 48% di questi ci sarebbe bisogno di qualche novità in merito a ricette e sapori.
Nonostante la nostra tradizione culinaria sia ben salda e radicata, dunque, molti consumatori hanno affermato chiaramente di essere aperti nei confronti di sperimentazioni e nuove scoperte. Alcuni esempi potrebbero essere le cucine fusion, oppure preparazioni a lungo dibattute come la pineapple pizza, la pizza con l’ananas. In quanti sarebbero disposti a mangiarla? E in quanti riuscirebbero a non protestare di fronte all’aggiunta di frutta sulla pizza?