Prende una piega inattesa la vicenda delle centinaia di segnalazioni relative ai mobili di Mondo Convenienza. Tutti gli sviluppi
Ad inizio degli Anni Novanta l’Italia viene investita da un fenomeno economico e commerciale di grande rilevanza. Questo fenomeno consiste nel decidere di smettere di acquistare i mobili e gli elettrodomestici dai rivenditori tradizionali e di rivolgersi ad una nuova grande catena dell’arredamento. La catena si chiama Mondo Convenienza è nata nel 1985 a Civitavecchia dal genio imprenditoriale di Giovan Battista Carosi, un commesso di un negozio di arredamento che decide di mettersi in proprio.
L’idea è geniale, creare mobili componibili di qualità inferiore a quelli di legno massello, ma comunque validi, e di venderli alla metà del prezzo di mercato. In pochi anni le fette di mercato conquistate da Mondo Convenienza sono notevoli. L’azienda, a fine Anni Novanta, può contare su 39 punti vendita sparsi su tutto il territorio nazionale e su un fatturato vicino ai due miliardi di lire.
Per rendersi conto del grandissimo successo del progetto, unito ad un jingle commerciale che ancora risuona nelle orecchie di chi lo ha ascoltato, basti verificare quante giovani coppie tra il 1998 e il 2004 ha messo su casa affidandosi ai prodotti della catena commerciale. Come spesso accade nel commercio il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Succede, infatti, che nei primi Anni del nuovo Millennio sbarca in Italia IKEA. L’azienda svedese nata nel 1947 e diffusa in tutto il mondo che aggredisce proprio il settore di lavorazione di Mondo Convenienza. La battaglia sembra impari, una grande catena internazionale contro una catena di medio livello e tutta italiana.
Peraltro, nel frattempo “copiata” da altri progetto come Semeraro. Ma Mondo Convenienza tiene bene il campo e ancora oggi è la seconda in Italia nella vendita di mobili componibili, i punti vendita sono diventati 48 e può contare su oltre un miliardo di euro di fatturato (dati pre-covid). Non solo l’azienda, ora di proprietà di Iris Mobili, si è internazionalizzata ed ha persino aperto un punto vendita a Sant Boi de Llobregat, in Catalunya.
Ma le difficoltà non sono finite. Anzi. Ad inizio degli Anni Venti del nuovo secolo iniziano a farsi sempre più forti alcuni spifferi, alcune voci, che vogliono Mondo Convenienza tenere condotte antisindacali fino al limite del Caporalato e di avere, al contempo, avviato una surrettizia campagna di produzione volta a ridurre ulteriormente la qualità dei propri mobili, pur mantenendo lo stesso livello di prezzi. Una sorta di shrinkflation ante litteram.
Ma i risultati non tardano ad arrivare. L’ultimo della serie, dopo una serie di scioperi dei lavoratori dei magazzini di consegna, arriva in queste ore. Ed è una notizia che fa tremare le vene ai polsi del management aziendale. L’AGCM, acronimo di Autorità Garante della Concorrenza sul Mercato, ha aperto un’istruttoria su Mondo Convenienza a seguito di centinaia di segnalazioni. L’accusa è quella di consegnare mobili non conformi, danneggiati, difettosi e in più con scarsa assistenza post-vendita. Da segnalare che l’azienda era finita nel mirino dell’Antitrust già nel 2021.
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