Ogni proverbio nasconde una storia, quella di questo detto comune è davvero incredibile!
Sono tantissimi i proverbi che siamo soliti utilizzare ogni giorno, figli della saggezza popolare che si sono insinuati nella lingua comune andando avanti e sopravvivendo a generazioni e generazioni. Il significato di alcuni è spesso semplice da intuire, ma sono moltissimi i casi, invece, in cui si capisce il fine ma senza spiegarsi effettivamente il perché.
Un caso celebre è quello della comune esclamazione “Abbiam fatto 30, facciamo 31“, una frase utilizzatissima quanto difficile da spiegare, ed i motivi dietro l’utilizzo di questa esclamazione sono diversi, alcuni davvero antichi e risalenti all’anno 1517.
Nell’universo della saggezza popolare i proverbi rappresentano un insieme di conoscenza che attraversa generazioni e generazioni e, anche se non ci è dato sapere quale sia il più datato, la famosa esclamazione “abbiam fatto 30, facciamo 31” potrebbe facilmente essere tra le più longeve. Per alcuni il proverbio nasce in epoca preindustriale ed è il frutto di un errore di registri e dell’esclamazione del contabile fece cancellando il 30 e sostituendo con il 31.
Esisto alcune fonti che, tuttavia, attribuiscono questa frase ad un’epoca ben più lontana, quella del papato di Pio X che, durante la scelta dei nomi dei cardinali da ordinare ufficialmente, lasciò andare un po’ troppo la mano. Alla richiesta il papà penso attentamente ed indico inizialmente 12 nomi, ma dopo qualche riflessione più profonda la lista si allungò, arrivando ad avere 20 candidature.
La questione non finì così, la notte spesso è una buona consigliera e fu così anche per Pio X che pensando e ripensando arrivo a ben 28 nomi nella sua lista, ma se pensate che la storia sia finita cosi, ovviamente vi state sbagliando.
Fu il tragitto verso San Pietro ad accendere la mente del pontefice che in fretta e furia aggiunse altri nomi, portando così la lista ad avere ben 30 cardinali da ordinare. Una situazione che non piacque ai collaboratori del papà che tentarono in ogni modo di dissuaderlo, asserendo come fossero davvero troppi i cardinali da lui scelti.
In questo momento accadde però l’impensabile, ovvero il papa si accorse di aver dimenticato di aggiungere una persona amica che avrebbe dovuto essere presente ad ogni costo, aggiungendo il 31esimo nome proprio mentre i suoi consiglieri cercavano di convincerlo a toglierne qualcuno. In questo momento Pio X esclamò “Tant’è 30 che 31!”, una frase che lascio sgomenti gli altri cardinali, ma che a quanto pare li colpi a fondo.
Se sono passati oltre 500 anni e tale esclamazione è ancora in vita e di utilizzo più comune che mai, sembra chiaro che non colpi dunque solo i cardinali dell’epoca, a testimonianza di come le parole possano avere un peso davvero unico, tanto da resistere, seppur nella loro semplicità, all’evoluzione straordinaria ed incessante della lingua.
Senza dubbio i proverbi antichi hanno una loro importante valenza se trovano riscontro dopo tanti anni, anche nella nostra esistenza contemporanea. È chiaro che dovremmo riflettere attentamente sul loro significato, potremmo da loro imparare una saggezza lontana ma mai demodé, in grado di offrire spunti più attuali che mai.
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