L’eredità è un passaggio burocratico davvero difficile. Gli eredi devono valutare per bene attivi e passivi, comprese le imposte per la successione.
La sofferenza per il decesso di un parente stretto o di un coniuge spesso non può essere prioritaria. Alla morte di una persona, le incombenze burocratiche sono davvero notevoli. In primo luogo per ciò che concerne l’eredità. I chiamati all’eredità sono coloro che si trovano sull’asse diretto, a cominciare da coniugi e figli. In assenza di essi ci si rivolge a fratelli, sorelle o genitori. E poi a scalare fino a cugini di primo, secondo grado ed altro. Fino all’esaurimento della parentela.
I chiamati all’eredità possono accettare o rifiutare ciò che gli è stato lasciato. Nel caso del testamento, i calcoli sono semplici. Sono scritti direttamente sulle ultime volontà del de cuius. In caso contrario si apre il procedimento di successione, che può impiegare parecchio tempo, fino a 10 anni, per avere conclusione. Le dichiarazioni di successione che gli eredi devono produrre per l’Agenzia delle entrate consentono di liquidare la pratica entro tre anni dalla dichiarazione.
Eredità, quali sono le tasse da pagare per le donazioni in vita
Fino a qualche decennio fa, molte persone, specialmente se in possesso di numerose proprietà ed attività, usavano effettuare delle donazioni volontarie ai figli, che erano gratuite. Questo per evitare le incombenze, anche economiche dopo che il genitore è defunto. Da qualche anno a questa parte le regole sono cambiate. Le imposte per le donazioni sono esattamente le stesse della successione. questo per evitare di aggirare legalmente le incombenze fiscali e sistemare tutto prima del proprio decesso.
Invece la legge ha fatto in modo che le due condizioni siano equiparate, per cui non risulta più conveniente fare le donazioni in vita, tanto più che si vive sempre nell’incertezza che i beneficiari delle donazioni possano utilizzarli in maniera impropria. Meglio fare testamento ed implicare tutte le specifiche, anche etiche, della gestione del bene, mobile o immobile che sia.
Le imposte sulla successione
Ed ora si entra nel vivo della questione. Quando si eredita un bene ci sono diverse spese da pagare, le maggiori delle quali sono per i notai che devono formalizzare la spartizione. Sempre che non si decida di impugnare il testamento ed andare in causa, ed allora la situazione peggiora di gran lunga. Per quanto riguarda i parenti stretti, di primo grado ed in linea diretta, che sono figli e coniuge o frutto dell’unione civile, esiste una franchigia di un milione di euro.
Sull’eredità si paga il 4% per l’eccedenza del milione. Dunque, se la somma degli immobili dovesse essere stimata per un valore di 1.500.000 euro, si paga di imposte solo il 4% sui 500mila euro. Per i fratelli e sorelle la questione è diversa. La franchigia è di 100mila euro, e si paga il 6% dell’eccedenza. Per gli altri parenti fino al quarto grado l’imposta di successione rimane al 6%, ma non esiste franchigia. Dunque dovrà essere corrisposta per qualunque somma. questo schema è identico a quello per le donazioni prima che i beni si trasformino in eredità.