Durante il XIV secolo, scarsa igiene, sporcizia e lusso si combinavano all’interno della Reggia di Versailles, in Francia: le abitudini a quel tempo.
Un modo di fare assai diverso rispetto al nostro, quello adoperato nel lontanissimo XIV secolo all’interno della Reggia di Versailles. Tra nobiltà e ricchezza aleggiava l’ombra della scarsissima igiene. Purtroppo, tale condizione vigeva anche all’esterno di quelle mura, gli uomini infatti vivevano costantemente fra la sporcizia e per queste ragioni la peste nera dilagava in tutto il Vecchio Continente.
In tal senso, fu necessario rivedere quelle che erano le pessime abitudini. Ad oggi, tutto quello che stiamo per raccontarvi vi sembrerà assurdo e alquanto disgustoso, ma un tempo rappresentava l’assoluta normalità.
Le strane regole dell’igiene all’interno della Reggia di Versailles
A quel tempo, l’acqua era la nemica per eccellenza, venirne a contatto significava diventare vulnerabili e più propensi a prendere delle malattie, dunque per evitare che i pori si dilatassero l’unica soluzione era non lavarsi appunto. Lavare tutto il corpo era veramente raro, le uniche parti che venivano “pulite” erano le mani e il viso.
Purtroppo, un’altra pratica era quella di utilizzare la stessa acqua per lavarsi, ma a quel tempo si seguiva un ordine preciso: il primo che faceva il bagno era il padre, di seguito la moglie e infine i figli, dal più grande al piccolo.
Neanche Luigi XIV amava lavarsi, anzi era proprio il dottore che indicava quando farlo. In alternativa però poteva, per rinfrescarsi, utilizzare un panno con acqua e alcool o saliva. La pulizia intima era ancora meno frequente, per pulirsi venivano utilizzate le foglie o le mani. I
l re sole si lavò – udite, udite! – solo due volte nel corso della sua vita. In alternativa, però, cambiava i suoi abiti con frequenza e utilizzava grandissime quantità di talco per “scacciare” via la puzza insopportabile. Alla fine, però, decise di trasformare il suo bagno privato in una camera da pranzo, rinunciando così per il resto della sua vita, anche a quella poca “pulizia”.
All’epoca non esisteva nessun metodo di drenaggio, dunque, i rifiuti organici finivano all’interno di grandi contenitori, non era raro trovarli in giardino o nel corridoio. Una domanda, però, è lecita: dove finiva tutto? Semplice, trascorsa la notte tutto veniva gettato dalla finestra. Una scena frequente anche all’interno della stessa reggia era di trovare le donne con i bordi degli abiti bagnati, il motivo? Facevano i loro bisogni in piedi e appena terminavano abbassavano direttamente l’abito.
La biancheria prima di essere cambiata doveva essere veramente sporca, se non addirittura piena di pulci, ma anche in quel caso nessuna doccia all’orizzonte, dopo aver indossato il cambio venivano lavate solo le braccia.
All’interno dell’incantevole reggia a fare da cornice ci pensava il nauseabondo odore e la sporcizia, basti pensare che la servitù si limitava a spazzare il pavimento servendosi solo di una scopa di bambù, quando, però la puzza di sudore diventava insopportabile a quel punto si utilizzavano delle erbe bruciate e dei fiori che venivano sparsi sulla superficie per coprire il cattivo odore.
I grandi protagonisti del palazzo erano i pidocchi, le donne addirittura per riuscire a raccogliere erano solite attaccare al vestito un sacchetto pieno di erbe, in questo modo gli animaletti si sarebbero concentrati tutti in quel punto.
Capelli grassi, alitosi e altre strane abitudini
A peggiorare lo scenario la mancanza di dentifricio e spazzolini. Per questo motivo i denti venivano “lavati” con dei panni e delle erbe, come cannella, rosmarino e timo. Per cercare di contrastare l’alitosi, si procedeva sciacquando la bocca con acqua molto fredda e nel frattempo masticare sedano.
Paradossalmente i capelli grassi e sporchi erano sinonimo di una chioma sana, dunque lavarli il meno possibile era consigliato. Durante le grandi occasioni via libera a parrucche e cappelli (ovviamente sporchi e pieni di pidocchi). Capitava spesso che i cortigiani non usassero, come si fa ora, dei fazzoletti, ma amavano soffiarsi il naso direttamente utilizzando le tende, mentre all’interno delle stanze o lungo i corridoi vi erano delle “sputacchiere”, utilizzare per sputare.
Per un cambio di rotta bisognerà aspettare il 1700, l’igiene cominciò a far parte della vita quotidiana, grazie all’uso frequente dell’acqua non vi era più la necessità di utilizzare grandi quantità di profumo.