Il Nipah è un virus raro ma che può essere mortale. Intanto l’India sta adottando misure restrittive urgenti per evitarne la diffusione.
Stato del Kerala, India sud-occidentale. È partita da lì la diffusione del Nipah virus. Lo scorso 11 Settembre, il medico specialista in emergenze Anoop Kumar si è trovato di fronte ad una situazione quanto mai insolita: un’intera famiglia si è presentata in ospedale con gli stessi sintomi. Febbre, difficoltà respiratorie e tosse, insomma sintomi simili a quelli influenzali. Eppure c’era qualcosa di strano, perché la situazione precipita e i medici non riescono a capire a cosa sia dovuto il repentino peggioramento del quadro clinico.
Ulteriori indagini dell’équipe medica hanno poi mostrato che due settimane prima il padre dei bambini ricoverati era morto in un altro ospedale per sintomatologia simile, a cui si aggiungevano anche problemi neurologici. Da quel momento è scattato l’allarme che ha permesso poi di risalire alla diagnosi del Nipah Virus, un virus zootecnico raro ma mortale, e che era già stato riscontrato nella zona 5 anni prima.
L’India corre ai ripari contro il Nipah virus
Il Nipah è un virus zootecnico, nel senso che si diffonde dagli animali agli uomini; nel caso specifico parliamo di un contagio che parte dai pipistrelli e può diffondersi anche ad altre specie animali oltre che all’uomo (come spiega il grafico, ndr). È estremamente letale, ma c’è da dire che la sua diffusione è anche molto difficile.
Visti i casi, comunque, lo stato del Kerala e il generale del governo centrale indiano sono immediatamente corsi ai ripari, adottando misure restrittive idonee a limitare il più possibile la circolazione del virus. Tuttavia, al momento non ci sono cure mediche specifiche per cui l’unica arma resta la precauzione. Considerati i sintomi è allo studio l’utilizzo della ribavirina, che si usa per il trattamento dell’epatite C, ma Moderna sta lavorando anche ad un vaccino.
Nipah virus, parliamo di una nuova pandemia?
La storia del Nipah virus non è poi così recente. La prima volta è stato diagnosticato in Malesia nel 1998 e da allora si è ripresentato periodicamente. La trasmissione da animale a uomini è molto rara e ancor meno la sua diffusione da uomo a uomo proprio a causa dell’alto tasso di mortalità. Tutto questo fa escludere la possibilità di una nuova pandemia. Secondo la virologa Danielle Anderson dell’Università di Melburne in Australia, questo virus si diffonde tra le persone più difficilmente rispetto ad altri di origine animale. Questo fattore rende estremamente difficile la sua diffusione oltre i confini nazionali indiani.